Vedono l'Etna sulla linea dell'orizzonte, mentre sistemano i teli a copertura del ponte su cui dormono da 11 giorni, da quando cioè la nave "Humanity 1" della nuova missione di ricerca e soccorso internazionale li ha salvati da naufragio. Gli spazi interni sono occupati dalle famiglie, sono 34, fuggite da Siria, Palestina, Libano e Camerun. Molte donne sono incinte o hanno bambini di pochi mesi e tra i 414 naufraghi ci sono 192 minori, molti hanno affrontato la traversata da soli e 64 hanno meno di 13 anni. La nave ha cercato riparo dalle forti raffiche di vento vicino alla costa orientale della Sicilia, sperando di poter attraccare al più presto, ma finora le 15 richieste sono rimaste inascoltate, fa sapere l'equipaggio che rinnova l'appello alle autorità italiane perché, dice il medico di bordo, le condizioni di salute si stanno facendo critiche. I farmaci stanno per finire, ci sono bambini con la febbre a 40, stanno soffrendo e sono così deboli che non riescono a bere o a mangiare. I 16 casi più gravi sono stati evacuati d'urgenza, mentre dal Mediterraneo Centrale arrivavano altre richieste d'aiuto. In una operazione resa difficile dal mare molto mosso, Guardia Costiera e Guardia di Finanza, con l'aiuto di due mercantili, hanno soccorso un peschereccio con 250 migranti, poi sbarcati a Catania e a Portopalo. Mentre la nave spagnola "Open Arms" è intervenuta in aiuto di questo barcone, da 4 giorni fermo in mezzo al mare: il motore in avaria, a bordo 294 persone. Poco prima aveva recuperato altri 59 migranti e un corpo senza vita da questa piattaforma petrolifera.























