"Ciao bella! Ehi! Che fai, mi ignori? Guarda che ti ho fatto un complimento". Una strada, una ragazza da sola, un uomo la fissa e mentre si avvicina inizia a importunarla. "È inquietante. Arriva addosso ingombrante e sicuramente la differenza di altezza si percepisce davvero". "Ti da una sensazione anche quasi di oppressione, di pericolo". "Sì, esattamente, esatto. Rende davvero molto". Pericolo, oppressione, una sensazione vissuta da milioni di donne. Un episodio di cat calling, spesso derubricato a complimento, che invece provoca paura, disagio, senso di impotenza. Con i visori a realtà immersiva del progetto Engine, la scuola superiore Sant'Anna di Pisa ha voluto fare un passo in più nella consapevolezza collettiva di questi fenomeni, e ha messo la tecnologia al servizio della battaglia contro la violenza. Un modo nuovo, interdisciplinare, di affrontare il fenomeno e fare cultura. "La collaborazione tra, in questo caso, l'istituto ... e l'istituto di intelligenza meccanica c'è sembrato un modo innovativo e molto efficace per affrontare un tema, e soprattutto per formare giovani in un modo che sia più efficace rispetto ad una lezione frontale". "Per noi è stata un'esperienza un po' diversa anche proprio il confrontarsi sin dall'inizio sull'importanza di queste tematiche e sul cercare di realizzare un applicativo che potesse servire, per l'appunto, ad accrescere la consapevolezza su questi temi". Un progetto nato in una facoltà in cui la reggenza è tutta al femminile, che testimonia quanto l'esserci possa fare la differenza. "La presenza delle donne nella componente della governance della scuola Sant'Anna, e anche nelle linee di ricerca strategiche della scuola Sant'Anna ha significato una maggiore attenzione a questi temi, non solo ai temi della violenza di genere, delle discriminazioni, ma anche, per esempio, rispetto ad un linguaggio inclusivo". Assumere consapevolezza e prendere parte al cambiamento culturale, necessario a liberarci dalla violenza di genere in tutte le sue forme. Passa anche attraverso una biblioteca universitaria, dove una studentessa viene importunata da due ragazzi. Nella realtà immersiva sono proposti tre scenari: indifferenza, solo una ragazza che interviene, tutti intervengono a difesa. In tutta sincerità io vorrei poter dire che se mi trovassi davvero in una situazione avrei il coraggio di farlo e la prontezza di farlo, però non lo so, e sicuramente questa esperienza mi aiuterà a riflettere una volta in più semmai dovessi trovarmi in questa situazione".