L'allarme dato in tempo, senza ritardi, la barca che si inclina, il tentativo di salvare i passeggeri. La difesa del marinaio di turno in plancia la tragica notte tra il 18 e il 19 agosto filtra dalle dichiarazioni rese ai PM qualche giorno prima di essere indagato per naufragio e omicidio plurimo colposo; le stesse accuse contestate al comandante Cutfield e all'ufficiale di macchina Eaton, Mathhew Griffith racconta i minuti precedenti l'inabissamento del lussuoso veliero con 22 persone a bordo, alcune finite in acqua e salve, le altre quelle rimaste in cabina trascinate in fondo al mare a 49 metri di profondità. Ho svegliato il comandante quando il vento era 20 nodi e lui ha dato ordine di svegliare tutti gli altri, dice il marinaio 22enne, uno dei dieci componenti dell'equipaggio nell'ultimo viaggio del Beysian, poi ho messo via i cuscini e le piante racconta, ho chiuso le vetrate del salotto a prua e alcuni boccaporti, ma non fa riferimento ai portelloni che non erano di sua competenza. La nave si è inclinata, siamo stati sbalzati in acqua poi siamo riusciti a risalire, continua, camminavamo sulle pareti abbiamo cercato di salvare quelli che potevamo il comandante ha messo in salvo la piccola Sofia di un anno e la mamma Charlotte. I legali del marinaio potrebbero chiedere due consulenze tecniche; una ingegneristica per accertare lo stato della nave e la presenza di eventuali guasti al sistema di sicurezza e un'altra meteorologica per comprendere se la tempesta che si è abbattuta sul veliero sia stato un evento improvviso o se fosse prevedibile. Risposte si attendono dall'esame del relitto che dovrà essere recuperato dalla società armatrice, sotto la supervisione della Guardia Costiera, che nella zona del naufragio, interdetta alla navigazione, prosegue l'attività di monitoraggio ambientale con mezzi aerei e navali per scongiurare il rischio di sversamento di 18mila litri di carburante ancora presenti nei serbatoi.