Boccaccio apre il Decamerone parlando dell'orrido cominciamento, il riferimento è alla peste. Trattandosi del libro più citato in questi mesi, chiediamo di poter consultare un manoscritto fiorentino del 1396, è uno dei tanti tesori della Biblioteca Nazionale di Firenze, chiusa da marzo ci sono ancora i libri rari chiesti in deposito sul tavolo. Siamo alla vigilia di un nuovo inizio, con orari e servizi ridimensionati. Si parte con quelli che presuppongono una minor presenza nelle sede da parte degli utenti, quindi le informazioni bibliografiche le riproduzioni digitali e il prestito che necessita di una sanificazione, tra virgolette, naturale. Il virus muore di morte naturale, cioè, per consunzione. Con la carta e la pergamena siamo disarmati non si possono utilizzare igienizzanti a base di alcol, per questo l'antica strada da percorrere è ancora la quarantena. L'istituto centrale per la patologia dei libri e degli archivi, ha indicato una tempistica prudenziale. Quella di tenere in quarantena i materiali per 10 giorni. Al rientro in biblioteca verranno imbustati e collocati in un locale isolato che deve essere areato. Solo al decimo giorno sarà possibile recuperare questo materiale e riportarlo nei depositi quindi renderlo nuovamente consultabile. Il problema è che tutto questo andrà fatto anche con il materiale che si consulta in sede e quindi, sostanzialmente, ogni volta che un utente chiede un volume, quel volume è, tra virgolette, bruciato per i successivi 10 giorni. In seguito si potrà tornare a consultare i libri in sede, ma i posti dovranno essere distanziati e i tavoli antichi ricoperti. I 300-400 ingressi al giorno sono lontani, ma la storia è ciclica e chi frequenta libri e biblioteche lo sa.