L'hanno vista passeggiare per il centro di Leffe, nel Bergamasco, sottobraccio al compagno. Testimoni riferiscono che Alessia Pifferi sembrava serena, serena nonostante la consapevolezza di aver lasciato sola in casa una bambina, di appena 16 mesi, nel caldo torrido di Milano. Accanto a lei, in un lettino da campeggio, un biberon e una boccetta di benzodiazepine piena a metà. Il GIP dopo aver convalidato il fermo della donna, a seguito dell' interrogatorio di garanzia, afferma che la morte della bimba non era lo scopo della madre, ma che l'ha voluto; già perché per Alessia quella figlia era ormai diventata un peso, un ostacolo come lei stessa riferisce alla sua libertà. Una libertà che riteneva prioritaria su tutto e così non si è fatta scrupoli ad abbandonare la figlia, per più di 6 giorni, senza ciò che le era necessario per sopravvivere in primis cibo e acqua. Al vaglio degli inquirenti poi l'ipotesi che in quel biberon potessero esserci gocce di En, un potente ansiolitico, aggiunto al latte con lo scopo di calmare la bambina, inibendone il pianto; la donna è indagata per omicidio premeditato aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi si attende ora l'esame autoptico sul corpo della piccola Diana, questo era il suo nome.























