Una donna pericolosa e senza scrupoli: la descrivono così gli inquirenti Alessia Pifferi, la 37enne accusata di aver abbandonato la sua bimba di poco meno di un anno e mezzo in casa da sola per una settimana, causandole la morte. La donna, indagata per omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e premeditazione, è stata interrogata nel carcere di San Vittore a Milano alla presenza del GIP e del suo avvocato. Per circa due ore, il giudice ha cercato di ricostruire l'accaduto attraverso il racconto della donna apparsa lucida e presente a se stessa, tanto da non ravvisare al momento l'esigenza di richiedere perizie o consulenze sul suo stato mentale. Da ciò che è emerso, lasciare la figlioletta sola in casa, nella periferia est di Milano, faceva parte di un vero e proprio modus operandi da parte della madre. Più volte, tra marzo e aprile scorsi, la piccola sarebbe rimasta senza di lei, almeno per una sera; e poi più volte, dall'anno scorso giugno durante il fine settimana in cui la trentasettenne abbandonava la figlia per incontrare vicino Bergamo il suo attuale compagno, che non è il padre della bambina ed era ignaro di tutto. Nei prossimi giorni, gli investigatori analizzeranno il telefono della donna per ripercorrere attraverso alcune chat importanti la sua vita negli ultimi mesi; una vita in cui non ci sarebbero problemi o degrado ma solo il rifiuto per la maternità tanto da abbandonare la figlia e lasciarla per giorni solo con un biberon e un potente ansiolitico accanto al lettino. L'autopsia chiarirà se sia stato proprio quel tranquillante ad accelerarne la morte. Intanto, è attesa nelle prossime ore la decisione del giudice sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare in carcere per la trentasettenne.























