Linguaggio in codice per eludere i controlli, bruno era hashish, verde la marijuana, Cristiano la cocaina, un biglietto intero indicava la dose da consegnare, chiavi della bicicletta era il termine per i depositi delle sostanze ed infine citofoni era il nome che indicava i telefoni cellulari destinati, esclusivamente, alle comunicazioni per lo spaccio. Era una rete efficiente ed attenta, quella che operava a Roma tra quartieri popolari di Torpignattara e del Pigneto. Piazze importanti nelle mani di Mario Messina uomo ritenuto vicino a Fabrizio Piscitelli, l'ex leader degli Irriducibili Lazio ucciso al parco degli acquedotti ad agosto 2019. "Era in grado di offrire la vendita di tutti i tipi di stupefacenti, anche di diversa qualità, identificata con nomi fantasiosi ed originali ben noti agli acquirenti della movida universitaria della zona." Gli affiliati e l'organizzazione, in caso di arresto, avevano piena assistenza dal sodalizio; dalla tutela legale a quella economica e logistica, tra gli indagati anche Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi il 25enne ucciso con un colpo di pistola alla testa, sempre nel 2019, nel quartiere Appio Latino. Questa la foto che ha consentito di collegare l'omicidio del giovane ad un giro di droga qual è però la vittima era completamente estranea. Quel Princi, già condannato a quattro anni per droga in un procedimento connesso a quello dell' omicidio dell'amico, si incontra con un uomo per discutere di una compravendita di sostanze stupefacenti; con l'amico che resta in disparte. Princi e la fidanzata di Luca Sacchi, Anastasia, erano già sotto controllo dei Carabinieri che interruppero infatti l'incontro identificando i presenti. Luca Sacchi sarà ucciso pochi giorni dopo, nella notte tra il 23 e il 24 ottobre.