Lunghe file di TIR bloccano i varchi d'uscita da Catania. Da lunedì per i mezzi pesanti è impossibile lasciare la Sicilia; gli autotrasportatori protestano contro il caro carburanti, il blocco oltre a lasciare gli scaffali vuoti dei supermercati rischia però di mettere il ginocchio un'altra categoria, quella dei produttori agricoli, già in crisi dopo gli ultimi anni di clima bizzarro, con alluvioni alternate a periodi di forte siccità e raccolti ai minimi termini; perché se i mezzi di trasporto restano fermi nei magazzini si accumulano prodotti deperibili già raccolti e confezionati che rischiano di marcire. Pomodori pachino e ortaggi che dovevano rifornire i mercati del Nord Italia, limoni pronti per la Germania, arance destinate alla Svizzera e alla Puglia; come quelle di Alessandro Scirè produttore agricolo di Scordia, in provincia di Catania. "Abbiamo a terra, circa 70/80 mila chili di prodotto grezzo, non abbiamo potuto confezionare; quindi abbiamo dovuto disdire i nostri ordini, dopo tre giorni un prodotto fresco puo' essere buttato quindi chi ci pagherà questi danni." Stessa situazione sull'altro versante della Sicilia, a Terrasini in provincia di Palermo. "Purtroppo ci troviamo bloccati per la situazione dei trasporti, siamo nella situazione di stare fermi e non potere lavorare." Da Palermo a Catania, da Siracusa a Ragusa, tonnellate di merce rischiano di finire macero con perdite incalcolabili avverte Coldiretti, ricordando che sull'isola non ci sono alternative al trasporto su gomma e che la quasi totalità delle merci viaggia così.























