"Il cosiddetto suicidio assistito è già un diritto nel nostro Paese, in tutte le regioni italiane, perché lo ha stabilito la Corte Costituzionale nella sentenza sul processo a mio carico per aver accompagnato DJ Fabo, Fabiano Antoniani, in Svizzera. Il problema è che a fronte di un diritto che esiste, in assenza di una normativa nazionale, non esistono tempi, scadenze e procedure certe perché quel diritto sia effettivo. La Regione Emilia-Romagna si è mossa con una delibera e delle linee di indirizzo, noi diciamo: bene, se questa è una preparazione, anche per la formazione degli operatori sanitari, in attesa di avere anche una legge regionale che crei un diritto in capo ai cittadini. Quindi, di per sé è un fatto positivo che sia la prima Regione d'Italia ad avere una delibera che fissa delle regole, noi come Associazione Luca Coscioni, come comitato promotore della legge "Liberi Subito", chiediamo però anche che ci siano tempi certi per l'esame e il voto del provvedimento in Aula". "Il Presidente Bonaccini dice: serve una legge nazionale". "Sul fatto che serva una legge nazionale ho rischiato più volte fino a 12 anni di carcere, quindi sono totalmente d'accordo. Attenzione però, che per chi ha paura di situazioni diverse in tutte le regioni, oggi in assenza di regole ogni ASL si regola come crede. Nelle Marche Federico Carboni ha dovuto attendere due anni. Non ho sentito da parte di nessuno, neanche da parte di quelli che minacciano ricorsi al TAR eccetera, di dire chiaramente quanto per loro una persona che chiede di essere aiutata a morire, e ha diritto a farlo perché lo dice la Corte Costituzionale, viene lasciata aspettare senza una risposta. Questo devono dire coloro che si oppongono alla legge, non invocare l'eutanasia, la vita, la morte, che non c'entra nulla con questo dibattito".