Oltre 30mila spettatori per la tre giorni bolognese de "La Repubblica delle Idee". Sul palco di Piazza Maggiore e dei teatri della città, si sono alternate firme del giornalismo, scrittori, esperti, per questa edizione che apre le celebrazioni per i 50 anni del quotidiano La Repubblica. "Io credo che la sinistra in primo luogo debba riconoscere il disagio e la sofferenza delle persone. A volte le ragioni di questo disagio sono chiare, altre volte non sono chiare, ma bisogna riconoscere il disagio. E poi proporre soluzioni serie, non populiste, a questo disagio, nella prospettiva di una società differente". "Il potere ha sempre detestato l'informazione libera, ha sempre avversato la stampa che fa domande e cerca la verità, tutti i poteri, il potere politico, il potere economico. Adesso a questo si aggiunge il dramma dell'infocrazia e della odiocrazia veicolata dai social". "Io credo che abbiamo tanti strumenti a disposizione su cui lavoriamo e su cui dobbiamo fare affidamento, proprio per distinguere il vero dal falso, che poi è stato sempre il compito del giornalismo. Ci saranno altri mezzi, altri strumenti con cui, anche, si fa informazione. Però diciamo poi resta sempre l'intelligenza umana, anche accanto a quella artificiale, resta l'intelligenza umana che è il discrimine principale per fare questo lavoro, per farlo con serietà, professionalità e guadagnarsi la fiducia del lettore che per noi è tutto". Non c'è più niente a Gaza, li stanno ammazzando". Dagli autoritarismi alla crisi delle democrazie, ma è la guerra in Medio Oriente che prende il sopravvento. "Non si riesce a parlare d'altro. Vengo da un incontro con dei bambini in un campo estivo e i bambini mi dicevano: ma è la guerra atomica? Finisce il mondo? Quindi anche pensare che stiamo consegnando a dei bambini un mondo perché io non ho saputo rispondere a questi bambini". perché io non ho saputo rispondere a questi bambini". .