"Dottoressa che paziente è stato Mihajlovic, il suo ricordo?" "Il ricordo è quello di un paziente con una personalità fortissima, ma con un altrettanto forte capacità di affidarsi. E quindi direi un paziente perfetto. Aveva bisogno di un programma. Era un maniaco della programmazione, quindi voleva capire quale era la strada e amava talmente la vita che avrebbe affrontato qualunque cosa pur di andare avanti". "Che cosa si può fare oggi contro questa malattia?" "Diciamo che non tutte le leucemie sono uguali. Oggi siamo capaci di personalizzare la diagnosi, di personalizzare il trattamento. È una delle forme più brutte, più aggressive, quella che ha avuto. In genere le ricadute arrivano entro due anni, quindi essendo lui ricaduto dopo due anni e mezzo, un po' ci avevamo creduto. Nella seconda fase aveva anche lì risposto molto bene, però sapevamo che la strada era molto difficile. Cosa si può fare? Si può fare, bisogna supportare la ricerca". "Qual è il ricordo personale a cui è più legata?" "Diciamo che in questi due giorni non ho nascosto il rapporto personale che si era instaurato, ho detto che ho perso anche un amico ed è vero. E anche mi sento molto molto vicina a tutta la famiglia. Ha avuto una famiglia straordinaria. Dico sempre che la malattia più brutta è quella che si affronta da soli. E Sinisa non è mai stato da solo". "Quali prospettive offre oggi la ricerca?" "Le prospettive oggi si basano molto sull'immunoterapia, cioè nell'utilizzo del sistema immunitario come farmaco. Il trapianto è il primo esempio di terapia cellulare. Oggi abbiamo anche delle terapie più innovative che si chiamano CAR-T, sono terapie cellulari avanzate e nascono dall'esperienza appunto del trapianto come utilizzo del sistema immunitario per guarire. Oggi i CAR-T non si possono ancora usare per la leucemia come quella di Sinisa, si usano in alcuni tipi di linfomi, in altri tipi di leucemia oppure nel mieloma multiplo, però è qui che dobbiamo scommettere, questo è il futuro". "Il Sant'Orsola è in prima linea". "La Fondazione Isabella Seragnoli ha messa a disposizione una somma ingente per costruire la nuova ematologia. Alla fine del 2025 dovrebbe essere pronta, quindi avremo la possibilità di fare molte più terapie con cellule CAR-T e nel giro poi di un anno anche di produrle". "Che cosa ha lasciato Sinisa Mihajlovic?" "Ci ha lasciato la testimonianza di come quando la vita diventa difficile bisogna lottare. Non bisogna fuggire e bisogna avere coraggio. Coraggio anche di accettare la propria fragilità. Lui era colpito dal fatto che qualche volta aveva pianto. Ha accettato anche di dover piangere. Ha accettato la sua fragilità".























