Alle ore 10:25 nell'affollata sala d'attesa di seconda classe della stazione di Bologna un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, esplose". Con la relazione introduttiva si apre a Bologna il processo d'appello a carico di Paolo Bellini, condannato all'ergastolo in primo grado come autore della strage alla stazione del 2 agosto 1980. 85 morti, 200 feriti. L'ex terrorista di Avanguardia Nazionale e killer di 'ndrangheta è collegato in videoconferenza dal carcere di Spoleto. Bellini è il quinto uomo della strage di matrice neofascista alla stazione. Già condannati Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Determinante nella ricerca della verità la tenacia dell'associazione dei familiari delle vittime. In qualsiasi grado, oltre le cinque persone che si sono trovate sul luogo del delitto, dice anche che l'organizzazione era sicuramente più numerosa. I vertici della P2 hanno gestito, organizzato e finanziato la strage. I vertici sempre dei nostri servizi segreti hanno fatto di tutto per proteggere i terroristi nel fare la strage. Poi l'altro aspetto è che è stato eseguito da terroristi fascisti di tutte le varie organizzazioni terroristiche che c'erano in quel periodo". Paolo Bellini la mattina del 2 agosto 1980 è alla stazione. Lo incastrano i fotogrammi di un filmato amatoriale, girato da un turista svizzero nei minuti precedenti e immediatamente successivi allo scoppio della bomba alle 10:25. Il riconoscimento della moglie e alcune testimonianze lo collocano in città quel giorno. Oltre a Paolo Bellini tornano a processo l'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, presente in aula, accusato di depistaggio e condannato in primo grado a sei anni, e Domenico Catracchia, ex agente immobiliare, accusato di false informazioni al PM al fine di sviare le indagini. Condannato a quattro anni. Prossima udienza il 7 febbraio.