Cambiano e si adeguano anche i cantieri edili alle esigenze post Covid-19, più controlli, maggiore distanziamento, igienizzazione continua degli ambienti. Questo è il cantiere della nuova Università Cattolica, nella zona nord di Brescia, il più grande della città, 16 mila metri quadrati nei quali lavorano 130 operai. L'ingresso è regolato da un tornello e da un badge, oltre che dalla misurazione della temperatura. Poi, sono state aggiunte baracche per permettere agli operai di cambiarsi più volte al giorno. La logistica del cantiere è stata rimodulata proprio per dar spazio alle nuove attività, ai baraccamenti e alla possibilità dell'igienizzazione del personale. A tutti gli operai è stato fornito un kit con mascherina, guanti, tutta e visiera, oltre agli strumenti antinfortunistici previsti dalla legge. Anche gli ambienti edificati, quelli già esistenti, devono essere sacrificati ogni giorno, un lavoro per il quale è stato creato un reparto interno apposito. Abbiamo costruito una squadra intera all'impresa che è stata formata e preparata per intervenire in modo abituale, giornalmente, su ogni singolo locale del cantiere con prodotti disinfettanti. I cantieri del dopo Covid sono inevitabilmente più lenti e più costosi. Avremo ovviamente dei costi in più, perché ci sono lavorazioni da fare in più e anche quel discorso dell'organizzazione, non poter far lavorare troppe persone contemporaneamente all'interno di un luogo ben definito, porta ad una dilatazione dei tempi. Sui costi, sì, ci sono degli aumenti. In questo momento, non esiste ovviamente ancora un mercato, perché ci si tarando su questo, però, stiamo parlando di aumenti importanti, sempre variabili dal cantiere, che possono andare da un 4 a un 6 per cento. Anche il cantiere della Cattolica subirà un ritardo, di almeno due mesi.