Dopo settimane senza respiro finalmente i primi sorrisi. Al Civile di Brescia, uno dei più grandi ospedali lombardi, in prima linea contro il Coronavirus, è stato completato uno degli studi più completi al momento disponibili che ha stabilito come, nei pazienti con polmonite Covid 19, la risposta al farmaco tocilizumab porti ad un significativo miglioramento clinico. Abbiamo scoperto che la fase virale, causata dal virus, era solo una prima fase, ma i pazienti che avevano le complicanze più gravi erano pazienti che sviluppavano una seconda fase, che era una fase meno legata al virus e più legata ad una sindrome da infiammazione generale dell'organismo. Abbiamo scoperto che esiste un andamento bifasico della patologia con una fase virale che poi va a ridursi e successivamente una fase d'infiammazione che man mano sostituiva la fase acuta virale. La fase infiammatoria porta a delle patologie specifiche che coinvolge un po' tutti gli organi del nostro organismo. Allo studio che verrà pubblicato nel numero di luglio della rivista internazionale Autoimmunity Reviews, hanno partecipato una cinquantina fra docenti e ricercatori della facoltà di Medicina dell'Università Statale che operano negli ospedali civili. Questo farmaco è un anticorpo monoclonale che ha una forte azione contro l'infiammazione e quindi è in grado di spegnere questa sindrome iperinfiammatoria che caratterizza i pazienti in fase tardiva. Lo studio bresciano, il più ampio in termini qualitativi e quantitativi, è precedente rispetto alla sperimentazione promossa da AIFA su questo farmaco, un risultato incoraggiante che però non è ancora la cura al Covid 19. È una speranza perché in momenti di estrema criticità questo studio e l'applicazione di questo farmaco ci ha permesso di risolvere situazioni veramente critiche.