Una scoperta che è stata definita uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico. I reperti nello scavo di San Casciano, di cui il mondo intero ha parlato, meritano, dopo il restauro nel laboratorio della Soprintendenza a Grosseto, un palcoscenico illustre e una futura casa degna del loro valore. "Noi dobbiamo contemperare due esigenze: l'esigenza della valorizzazione e l'esigenza della conservazione e della tutela. Mi pare che ci sia una convergenza abbastanza netta sull'idea di portare al Quirinale queste statue e di fare una prima mostra al Quirinale. Poi per il seguito saranno gli esperti, alla luce anche dello stato di conservazione, a dirci che cosa si può fare. E poi la destinazione finale sarà un museo nazionale che nascerà in loco, diciamo dopo il restauro, l'adattamento di questo edificio del '500 che abbiamo acquisito dalla curia." Eccolo l'edificio che ospiterà il tesoro delle vasche sacre del santuario, dopo il clamore della scoperta nel novembre scorso, sulle 24 statue protette per 2300 anni dall'acqua, sono i mesi dello studio, una fase invisibile ma altrettanto importante. "Al di là della meraviglia dei bronzi, che hanno colpito l'immaginario collettivo, da questo convegno emerge in modo molto rilevante come l'offerta metallica non venisse offerta solo per la bellezza dei pezzi, ma il loro peso è l'elemento fondamentale, loro hanno un valore, un valore economico. Abbiamo nomi nuovi di divinità, nuovi Intrecci tra famiglie romane, etrusche, prestiti di una lingua all'altra." La ricerca archeologica ha prodotto fin qui questi risultati, ma ci sono grandi aspettative sulla ripresa degli scavi all'inizio dell'estate, dopo l'inaugurazione della mostra al Quirinale.