A metà giornata sulle Cave, la luce si riverbera sugli occhi che si fa fatica a tenere aperti. Il termostato dell'auto sarà falsato ma segna comunque 45°C. Le ruspe e i camion vanno avanti ed indietro sul crinale scosceso. Carrara e le sue cave, fama, inquinamento ambientale, occupazione, sicurezza sul lavoro. C'è tutto questo nel rapporto simbiotico. Negli ultimi 10 anni dice il sindacato CGIL sono arrivate a quasi una ventina le vittime del Marmo. La sindaca Serena Arrighi ha deciso di imporre uno stop al lavoro tra le 12:30 e le 16 nei giorni in cui le temperature sono troppo elevate. "Un provvedimento necessario per la sicurezza dei lavoratori che evita di dover lavorare in condizioni di caldo che possono in qualche modo anche attenuare quella che è la risposta del lavoratore a pericoli. Esistevano dei decreti che però sono scaduti. Per questo motivo, sono dovuta e ho voluto intervenire con l'ordinanza". Santucci responsabile del settore lapideo della Confindustria che raggiungiamo al telefono ci dice che non sarà il provvedimento a cambiare le procedure. "Già regolamentato da un vecchio provvedimento asl e tutte le cave hanno un termometro e hanno a disposizione sali minerali e creme 50 di protezione date a tutti i dipendenti. Quando la temperatura passa tra i 30 e i 32 gradi, i dipendenti possono smettere di lavorare". Possono o devono? "Devono. Se vogliono continuare. Siccome sono anche dotati di ombrelloni. Ho visto per esempio ora venerdì, danno uno stop uno stop dalle 12 alle 16. Venerdì, questo che sta arrivando. Si vede che venerdì per caso visto che a ridosso del sabato è la giornata più calda. Non voglio cospirare niente. Sono come gli scioperi. Accadono di venerdì". La mappa del rischio è fornita dal sito worldclimate2.0. un proggetto di INAIL e Consiglio Nazionale delle Ricerche.























