Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri, diceva Voltaire. In Campania dall'ultima relazione del Garante dei detenuti emerge una situazione drammatica: 6853 reclusi, quasi 1400 tossicodipendenti, il 60% dei detenuti usa psicofarmaci, 55 posti di degenza, carenza di personale e suicidi. "Dall'inizio dell'anno ad oggi cinque suicidi, quattro morti naturali e tre morti da accertare però abbiamo avuto 64 tentativi di suicidio nella nostra Regione. Non c'è stata una strage per il pronto intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria; poi abbiamo dei dati allarmanti 434 casi di autolesionismo, più di 300 persone hanno fatto sciopero della fame e sciopero addirittura sanitario, c'è un clima in cui il detenuto campano, ma in genere italiano si sente solo, abbandonato e c'è questo rischio: uno, commette un reato entra in carcere perché ha commesso un reato e rischia di uscire dal carcere dopo che ha subito dallo Stato un reato di malagiustizia o malasanità." Tra le morti sulle quali ci sono approfondimenti c'è quella di Luigi Perrone, morto di infarto a 56 anni nel carcere di Poggioreale. Era un detenuto diabetico che aveva importanti problemi di salute; c'è un'inchiesta i familiari non riescono a darsi pace. "Io andavo ai colloqui di mio zio tutti i venerdì, mi raccontava sì, di aspettare diciamo queste visite mediche, che lui non stava bene, aveva dolori al braccio e uno forte al cuore; è passato un ben più di un mesetto, che io andavo da quando è stato arrestato diciamo, che non stava bene infatti si vedeva che era dimagrito tantissimo e adesso è stata aperta un'inchiesta e noi, giustamente, vogliamo giustizia per capire mio zio, come mai è arrivato a questo punto; se si poteva salvare. Una persona ha sbagliato, è giustissimo deve pagare, ma con giusti diritti, di essere curato. Solo noi questo chiediamo giustizia e diciamo per vedere cosa si poteva fare per salvarlo.".