La politica nella Magistratura che si mescola alla politica, to cure e che provocò un nuovo scossone all'interno del Governo delle toghe, dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni, estrapolate dal telefonino dell'ex Presidente dell'Anm Luca Palamara, accusato di corruzione per i viaggi pagati e altre utilità ricevute da un imprenditore, si dimettono l'attuale Presidente dell'associazione nazionale magistrati, Luca Poniz e il segretario Giuliano Caputo e ora a rischiare lo scioglimento è l'intera giunta dell'Anm. A mandare in frantumi anche l'attuale dirigenza della magistratura associata, il fuoco incrociato emerso dalle chat divenuto di pubblico dominio, tra diverse correnti che discutevano di favori, posti da assegnare, colleghi da promuovere altri da bocciare. Alla faccia dell'indipendenza della Magistratura, ma imbarazzi si sommano imbarazzi gli ultimi legati ai nuovi messaggi scambiati via WhatsApp tra l'ex PM Palamara, il procuratore capo di Viterbo, Paolo Auriemma, estraneo all'inchiesta, ai tempi in cui Matteo Salvini, allora ministro dell'interno era indagato dalla procura di Agrigento per sequestro di persona per i migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti, in quella chat Palamara aveva sostenuto che Salvini, aldilà della reale esistenza del reato, andava comunque attaccato e ora, mentre l'ex PM torna a scusarsi con un tweet per le parole utilizzate in quei messaggi nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, ancora in attesa di conoscere il proprio destino giudiziario per i casi penali open arms e Gregoretti, scrive al Presidente della Repubblica per chiedere gli venga garantito il diritto a un processo giusto e davanti a un giudice terzo e imparziale.