Non esiste intercettazione nell'ambito della criminalità organizzata romana nella quale non venga indicato il nome di Franco Gambacorta. A parlare nel 2018 è l'attuale procuratore capo della capitale, Michele Prestipino. Nel giugno di quell'anno l'arresto del capo dell'omonimo clan, conosciuto anche come lo “zio Franco”. Nel processo a suo carico la Procura ha appena chiesto 544 anni di carcere. Montespaccato e Primavalle, quartieri del nord della capitale, sono il regno del suo sodalizio guidato insieme al fratello Roberto. I Carabinieri del Comando provinciale di Roma stanno ora procedendo alla confisca di 6 milioni di euro riconducibili al clan, 21 immobili, 7 aziende, 2 quote societarie, 49 veicoli, 5 conti correnti e beni di lusso. Indeterminato è il lungo elenco dei delitti commessi, aggravati dalle modalità mafiose, spiegano gli inquirenti. Minacce, intimidazioni e violenze per assumere il controllo di un'area dove a volte chi subiva non denunciava per paura di rappresaglie. Al clan vengono dunque contestati, tra gli altri, i reati di usura, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni immobili e traffico di sostanze stupefacenti. Ma non solo. Nelle mani del sodalizio anche la squadra del Montespaccato Savoia, strappata al clan ed ora promossa in Serie D.