Una giornata importante nel carcere di Poggioreale a Napoli. Oltre 2mila detenuti per mille e 600 posti con tutto ciò che comporta per due motivi. Il primo è la presentazione del progetto formazione lavoro Brigata Caterina pizzeria e pizzaioli, l'altro è che i detenuti coinvolti nel progetto possono stare con i loro cari in occasione della giornata internazionale delle famiglie. "Questo è un mestiere di famiglia. Io ho sempre fatto il pizzaiolo mi sono trovato in circostanze sbagliate e poi ho ripreso la mia vita già all'interno del carcere". "Ce ne vorrebbero molti, molti, molti, di più di questi progetti. Lasciare un ragazzo ad oziare 20 ore là dentro così a non imparare niente non è niente di rieducativo". Promosso dalla casa circondariale diretta da Carlo Bertini insieme all'arcidiocesi di Napoli realizzato dal gruppo di imprese sociali Gesco con fondi por Campania, inserisce circa 20 detenuti in un percorso di formazione e lavoro, più altri già regolarmente assunti, quattro. Due pizzaioli e due rider all'interno del laboratorio di pizzeria del carcere che sforna pizze a prezzi calmierati. "Da ottobre dovrebbero partire presso pizzerie al di fuori del carcere con una borsa lavoro di 800 euro al mese per un anno". Alla manifestazione sono intervenuti anche il garante nazionale e il garante campano dei detenuti. "Noi garanti chiediamo per loro spazi agibili per l'affettività stanze dove si possono vedere". Quante sono le occasioni di stare insieme così? "Pochissime". "Lui è dall'altro lato, non lo puoi abbracciare non puoi stare insieme. Questa è una situazione bellissima".