"Un piccolo borgo, con dei sapori, dei profumi unici". Carlo Cracco, stregato da Portofino, apre le porte del suo primo ristorante in Riviera, un omaggio al territorio e alla storia gloriosa del borgo ligure più famoso al mondo. La dolce vita, nel Golfo del Tigullio, riparte da questa vetrata e terrazze fiorite con vista mozzafiato. La scala verde, ricorda una barca e ha attraversato il "bar grotta", si entra nella sala principale dell'ex Pitosforo, luogo mitico dagli anni 50 e 60 che rinasce dalle sue ceneri. "Un recupero importante, perché questo è stato, per tantissimi anni, forse un riferimento per tutta la Liguria e non solo. Vederlo diciamo lasciato così, chiuso, gridava vendetta. Per cui abbiamo deciso di restaurare tutto e riportare un po', diciamo di vita, anche in questo angolo di questo borgo di Portofino e il risultato è questo". Un omaggio allo spirito del luogo, con piccoli richiami, è il Cracco in Galleria, spazio e il panorama, che se Milano avesse il mare, sognerebbe la luce dorata di Portofino, le asperità e le dolcezze della Liguria, tra rigore e abbandoni. "Abbiamo deciso anche di sostituire la famosa Cotoletta alla Milanese, abbiamo cercato di, diciamo ricreare, lo stesso spirito, ma con il pesce. Perciò utilizzando uno spada, con il suo osso attaccato, in modo che, ecco per chi ha voglia di addentare o di comunque, di avere qualcosa di sostanzioso, può avere anche quella opportunità". "Si sfrutta il territorio. Quindi pesce, vegetali, le erbe spontanee?" "Si. Oggi sabato, due giorni alla settimana, c'è il mercato a Rapallo, che andiamo a fare, regolarmente. Il pesce arriva qui, poco più avanti, a 20 metri. C'è tutto, non manca nulla". Il temibile ex giudice di MasterChef, cita Montale e sfoglie il vangelo dei vini. Fanno gli onori di casa quelli liguri, perché non ci si impone mai su un territorio. "Oggi abbiam fatto i Pansotti ed è un piatto pazzaesco. Diamo un altro classico, nostro, che abbiamo rivisitato, che è l'Insalata Russa, per cui abbiamo fatto una maionese al pesto, fagiolini, patate, perciò completamente verde, senza nulla né di pesce né di carne e poi chiusa, in queste due sottili cialde di questo isomalto e poi servita in mano. Buonissima".