Casal Bruciato, Di Maio: solidarietà a Raggi

09 mag 2019
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Da un lato gli insulti e i fischi di chi non vuole i Rom a Casal Bruciato, dall'altro la doccia tiepida di Luigi di Maio. La Sindaca di Roma Virginia Raggi è sotto un fuoco di fila per la decisione di assegnare un alloggio popolare ad una famiglia di nomadi. Irritato per la tempistica della prima cittadina romana che ieri è andata nel quartiere popolare a Est della Capitale per dare sostegno e solidarietà ai nuovi inquilini contestati di via Satta il leader del Movimento 5 Stelle ha commentato con un prima i romani, che tanto ricorda lo slogan elettorale del collega di Governo, Matteo Salvini, prima gli italiani. Salvo poi questa mattina ritrattare la frase per ricucire quello che a tutti era apparso come uno strappo. Massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da CasaPound o da fascisti, ha detto oggi il Vicepremier, intervistato in radio, aggiungendo diamo agli italiani che non hanno la casa l'immobile di CasaPound. Al di là delle dichiarazioni di Di Maio la Raggi porta avanti il suo piano di legalità, come lo definisce lei, il cui obiettivo è superare la politica dei campi Rom. Questa famiglia resta là dentro perché ne ha diritto. La legge si rispetterà, ha detto la Sindaca in visita a Casal Bruciato, scortata da Forze dell'Ordine. Intorno a lei residenti e militanti di estrema destra, in particolare di CasaPound, che l'hanno contestata con violenti insulti di ogni genere. Ma lei non arretra. Questa famiglia risulta legittima assegnataria di un alloggio. Quindi ha diritto di entrare. La legge si rispetta. Dopo quella di Torre Maura un mese fa la vicenda di Casal Bruciato finisce col coinvolgere sia pure indirettamente anche il Vaticano. La famiglia di origine bosniaca, che ora vive nell'alloggio popolare, è stata invitata dal Vescovo Ausiliare di Roma Est a prendere parte stasera all'incontro diocesano che Papa Francesco avrà nella Basilica di San Giovanni in Laterano. L'Osservatore Romano ha parlato di orribili minacce all'incolumità fisica e alla dignità della famiglia, legittima assegnataria di una casa. Ma la questione non è finita perché anche Salvini, annunciando che andrà nel quartiere quando la situazione si sarà calmata, ha ribadito la sua posizione dicendo che dove governa la Lega le case vanno prima a chi risiede in Italia da anni.

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