Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, articolo 604 bis del Codice Penale, è il reato per cui procede la Procura di Roma che ha aperto un fascicolo di indagine, sui fatti avvenuti nei giorni scorsi a Casal Bruciato, periferia est della Capitale. Al momento non ci sono indagati. A piazzale Clodio, come previsto, è arrivata una prima informativa della Digos, ma il lavoro degli investigatori e degli inquirenti prosegue, si tratta soprattutto di analizzare filmati, immagini, per arrivare ad identificare gli autori dei disordini. Sono già scattate le prime denunce per chi aveva insultato, con epiteti razzisti anche molto violenti, la famiglia nomade cui è stata assegnata una casa popolare. Intanto, dopo giorni di tensione, a Casal Bruciato si prova a tornare alla normalità. CasaPound che ha sostenuto la protesta ha smontato il gazebo che era stato allestito davanti al portone, mentre è stato ridotto il presidio delle forze dell'ordine. Papa Francesco ha voluto incontrare la famiglia di origine bosniaca, pochi minuti per incoraggiarli a resistere e rivolgersi alla Chiesa per qualunque necessità. Supporto hanno ricevuto anche dalla Sindaca Virginia Raggi e loro adesso ci stanno provando a restare in quell’appartamento che hanno atteso per anni e a cui hanno diritto. Restano per ora, una scelta non facile e soprattutto diversa da quanto accaduto in due casi precedenti, a Torre Maura e sempre a Casal Bruciato, quando chi si era visto assegnare l'alloggio aveva poi rinunciato, pressato dalla piazza. Intorno la famiglia Omerovic, una fitta rete di sostegno, dai servizi sociali del Comune, ai volontari del Movimento per il diritto all'abitare.