Non glielo danno il permesso a venire, alla Raggi, qua? Ora la famiglia dei rom è andata via, perché siete ancora qua in presidio? Perché li riportano! Adesso li riportano un’altra volta. Casal Bruciato, periferia est di Roma, nei giorni scorsi una famiglia di etnia Rom: padre, madre e 3 figli, assegnataria di una casa popolare, al sesto piano di questo palazzo, è stata costretta ad andar via senza poterne prendere possesso. Come a Torre Maura anche qui, i rom non li vogliono. “Il quartiere è già degradato” dice chi ci abita “non c'è sicurezza e lo Stato è assente”. Non c'è controllo, non c'è niente. Siamo abbandonati, siamo proprio abbandonati e noi paghiamo le tasse. Questi non pagano niente e hanno tutti i benefici. I benefici in questo caso sarebbero le case popolari. La gente del posto, lamenta che chi ha diritto non riesce ad averle, come Simone e Noemi che lunedì avevano occupato quella destinata ai rom per qualche ora, senza ancora aver, neppure, fatto domanda. Non ci crediamo più a queste domande, visto e considerato che ci sono persone che hanno fatto richiesta da più di 20 anni e non gli è stato assegnato nessuno alloggio. Gli animi sono ancora accesi, complici anche alcuni movimenti politici. Durante il presidio scoppia una lite tra i presenti, sono tutti del quartiere, da un lato chi è per l’integrazione, dall'altro chi non vuole i rom. Arriva la presidente del Municipio e una signora chiede chiarimenti. Le graduatorie sono trasparenti? Assolutamente sì. Il dubbio degli abitanti è che la famiglia dei 5 rom non avesse diritto a quella casa, e che oltretutto volesse stabilirsi lì con altre 5 persone che l'accompagnava. Ora è stata sistemata altrove ma la legge, dice il Comune, va rispettata. La famiglia era regolarmente assegnataria, molto alta in graduatoria, tra l'altro, l'attribuzione dei punteggi oggettiva si basa ancora su quello che è stato deliberato nel 2012 dal Sindaco Alemanno che attribuisse un buon numero di punti, perché arriviamo circa a 18 punti, a chi decide di uscire dai campi rom, dai centri di accoglienza. Mi dicono che sono arrivati più numerosi, però insomma, non sono neanche riusciti a entrare nella loro casa, quindi magari si sono semplicemente fatti aiutare a portare qualche pacco o qualche valigia. Pari diritti per tutti, ma anche il rispetto delle leggi.