Il nuovo terremoto giudiziario scuote questa volta simultaneamente i palazzi della Regione Puglia e del Comune di Bari. Tra i destinatari delle sette misure cautelari emesse dalla Procura ed eseguite dalla Guardia di Finanza vi sono, infatti, un ex assessore e un funzionario regionali e due dipendenti comunali. Corruzione, truffa aggravata, falso e turbata libertà degli incanti alcune delle accuse contestate. L'ex assessore coinvolto è Alfonsino Pisicchio finito agli arresti domiciliari assieme al fratello Enzo. Secondo la Procura avrebbero ricevuto €156.000 in contanti, sotto forma di consulenze fittizie, per se stessi e per il loro partito, Iniziativa Democratica, una delle liste della coalizione di Centrosinistra nelle elezioni regionali del 2020. Ma tra le accuse contestate ai fratelli Pisicchio c'è anche quella di aver truccato, in concorso con un dirigente e un dipendente del Comune di Bari, un appalto per l'affidamento della riscossione dei tributi ottenendo in cambio assunzioni, effettive e promesse, e regali di vario genere. L'ex assessore inoltre avrebbe avuto da queste operazioni anche un ritorno elettorale. Pisicchio, attualmente leader di Senso Civico, che già nel 2020 quando era ancora assessore regionale era finito al centro di un'altra vicenda giudiziaria, proprio poche ore prima dell'arresto si era dimesso dalla carica di direttore dell'Agenzia Regionale per la Tecnologia e l'Innovazione che aveva assunto da poche settimane. L'inchiesta, nata dalla scoperta di un giro di false polizze fideiussorie per ottenere finanziamenti dalla Regione, vede indagati anche un broker assicurativo e alcuni imprenditori.