Il sistema Sandrino? Una suggestione investigativa. Così Mario Malcangi, legale di Sandro Cataldo, prova a respingere l'assalto dei giornalisti al termine del lungo interrogatorio di garanzia. "Egli era certamente il coordinatore della campagna elettorale del periodo delle comunali eccetera ma la circostanza che su centinaia di persone con le quali egli aveva a che fare, qualcuno si è macchiato di un'ipotesi criminosa non significa che questa sia da ascrivere a lui secondo un principio che ormai è negletto nelle aule di giustizia, del non poteva non sapere." Cataldo marito dell'assessore regionale Anita Maurodinoia, anche lei coinvolta nell'inchiesta, ha risposto per circa due ore alle domande del GIP e dei PM che lo ritengono invece il promotore di un sistema di compravendita di voti che avrebbe falsato i risultati di alcune tornate elettorali pugliesi, a partire da quella per il sindaco di Triggiano che nel 2021 vide la vittoria di Antonio Donatelli, finito anche lui agli arresti domiciliari e che proprio come Cataldo, che non ha negato di conoscere, ha respinto tutte le accuse. "Se ipoteticamente fossero stati comprati, quindi fossero illeciti, tutti i voti di tutte le liste che sono nel mirino delle investigazioni ma non è così, neanche processualmente, comunque la coalizione del dott. Donatelli avrebbe vinto comunque." Quanto agli effetti politici dell'inchiesta sembra difficile da ricucire lo strappo all'interno del centro-sinistra che ha già portato all'annullamento delle primarie. Il rischio a questo punto è che la coalizione arrivi alle elezioni dell'8 e 9 giugno con due candidati, un vantaggio per il centro-destra che nelle prossime ore dovrebbe sciogliere le riserve sul suo di candidato, sempre ammesso che alla fine a Bari si voti. La commissione d'accesso nominata dal Viminale continua il suo lavoro e lo scioglimento del comune ora non è più un semplice spauracchio.