Nessun ripensamento sullo sciopero della fame in atto ormai da più di 100 giorni. Anzi un inasprimento della sua dieta, a base ormai di sola acqua e zucchero, avendo deciso di togliere anche gli integratori. Alfredo Cospito non si arrende e intensifica la protesta contro il 41 bis. Dopo il suo trasferimento, per motivi di salute, dal carcere di massima sicurezza di Sassari a quello alle porte di Milano, le prime visite mediche hanno accertato parametri nella norma. Dunque al momento non si è reso necessario alcun ricovero in una struttura esterna e l'anarchico, 55 anni, resta nella sua cella nel padiglione Servizio di Assistenza Integrata, l'ex centro clinico in cui sono passati anche boss del calibro di Totò Riina. La mafia appunto. Una battaglia la sua, contro il 41 bis, che si intreccia con gli interessi dei boss mafiosi che mal sopportano da sempre il regime del carcere duro. Ed è lo stesso Cospito a dirlo, quando per bocca del suo avvocato fa sapere che non ha intrapreso una battaglia esclusivamente per sé; perchè nel momento in cui si è reso conto a che cosa sono sottoposti 748 esseri umani in questo Paese -ha proseguito il legale- ha voluto affermare che la sua battaglia è contro un sistema barbaro, medioevale, da Santa Inquisizione. E quei 748 esseri umani sono quasi tutti uomini in carcere per associazione mafiosa. E con alcuni di loro, Cospito, nell'ora d'aria scambiava confidenze e consigli proprio sulla lotta al 41bis. È coerente con i suoi ideali, lotterà fino a lasciarsi morire, fa sapere la sorella Chiara. Alfredo fa parte della famiglia anarchica, replica in un'intervista Pasquale Valitutti, e non sopporteremo che venga ucciso senza reagire. Un avvertimento nemmeno troppo velato. E sabato prossimo, nella capitale, sono previsti nuovi cortei.