Quattro anni di processi, sedici gradi di giudizio, oltre 160 udienze e una nuova sentenza che vede coinvolti come imputati il maresciallo Roberto Mandolini e il carabiniere Francesco Tedesco accusati di falso. Già condannati in uno dei processi per la morte di Stefano Cucchi ora la Cassazione prescrive per loro il reato, annullando senza rinvio, riconoscendo appunto l'avvenuta prescrizione in relazione alla sentenza di appello bis che aveva condannato a tre anni e sei mesi Mandolini e a due anni e quattro mesi Tedesco. Quest'ultimo è il militare dell'arma che, con le sue dichiarazioni, aveva fatto riaprire le indagini sulla morte di Stefano avvenuta il 22 ottobre 2009 mentre era sottoposto a custodia cautelare. Il maresciallo Roberto Mandolini invece era il comandante della stazione dei Carabinieri dove fu portato Cucchi dopo essere stato fermato perché in possesso di 20 grammi di hashish e 3 dosi di cocaina, il 15 ottobre del 2009, salvo poi essere preso a calci e a pugni. All'appello bis Mandolini fu condannato con l'accusa di avere falsificato il suo verbale d'arresto. Nell'aprile 2010 la Procura di Roma rinvia a giudizio 13 imputati: 3 agenti della polizia penitenziaria per lesioni e abuso di autorità e 10 tra medici e infermieri dell'ospedale Pertini ai quali vengono contestati i reati di favoreggiamento, abbandono di incapace, abuso d'ufficio e falso ideologico. "Roberto Mandolini colpevole e salvato dalla prescrizione" scrive su Facebook Ilaria Cucchi commentando la decisione della Cassazione. Mentre l'avvocato difensore di Tedesco sottolinea: "Questa sentenza pone fine a una vicenda drammatica che ha causato grandi sofferenze. Il carabiniere Tedesco che ha coraggiosamente contribuito all'accertamento della verità è stato assolto da tutti gli altri reati dei quali era accusato per cui l'esito della prescrizione per un residuo reato di falso che non ha mai commesso non ci soddisfa certamente".