La prima udienza è stata fissata per il 12 novembre. Si apre così il quarto processo Cucchi, che questa volta vede alla sbarra 8 carabinieri accusati di falso. A giudizio dalla catena di comando dei carabinieri, che secondo le accuse avrebbe prodotto falsi di varia natura per sviare le indagini sulla morte di Stefano Cucchi. A Palazzo di giustizia a Roma si è tenuta l'udienza davanti al GUP, durante la quale il generale Alessandro Casarsa ha voluto rendere una dichiarazione spontanea. Un intervento durante il quale l'ex Comandante del gruppo Roma dei Carabinieri ha chiamato in causa il suo diretto superiore, il generale Vittorio Tomasone, che a ottobre 2009, quando Cucchi fu arrestato per possesso di stupefacenti, era comandante provinciale di Roma dell'Arma. Io non ho mai avuto contatti coi magistrati né coi medici legali, ha detto Casarsa sostenendo di aver ricevuto informazioni mediche relative a Stefano Cucchi solamente il 30 ottobre, 14 giorni dopo la morte del ragazzo, direttamente dal comando provinciale. Casarsa è stato rinviato a giudizio per falso ideologico, voleva coprire le responsabilità dei carabinieri che pestarono Cucchi. La Procura lo accusa infatti di aver dato l'input a modificare due annotazioni di servizio relative allo stato di salute del ragazzo, dopo che era stato portato nella stazione Appia. Duro il commento di Ilaria Cucchi, sorella della vittima, che sul suo profilo Facebook ha scritto così: “decisero a tavolino di che cosa doveva essere morto Stefano Cucchi. Tutto questo sulla nostra testa”.