Le tracce biologiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi sono compatibili con la linea genetica maschile della famiglia Sempio, ma non consentono l'identificazione di un singolo soggetto. Di più: il risultato non è certamente affidabile, trattandosi di tracce miste e parziali, né è possibile stabilire con rigore scientifico quali siano state le modalità di deposito del materiale biologico originario, né quando sia avvenuta la deposizione. A metterlo nero su bianco, nelle conclusioni di una perizia di oltre 90 pagine, è la genetista del Tribunale di Pavia Denise Albani, al termine di un incidente probatorio durato oltre 6 mesi e iniziato lo scorso 17 giugno. "Può trattarsi di artefatti, che detto in linguaggio non scientifico vuole dire: può trattarsi di risultati falsi, fuorvianti, sbagliati. Dal nostro punto di vista vale 0,0". Restano dunque centrali nella nuova inchiesta della Procura di Pavia, che vede Andrea Sempio indagato per omicidio in concorso, le tracce biologiche trovate su due margini delle unghie della vittima, sebbene non sia possibile nemmeno stabilire da quali dita provengano, precisano i periti del GIP. Quelle tracce nel 2014 erano state considerate scientificamente non attendibili e non comparabili dall'allora perito della Corte d'Appello Bis, che poi condannò Alberto Stasi. Quelle analisi però, scrive oggi la genetista Albani, hanno di fatto condizionato le successive valutazioni perché non hanno consentito di ottenere esiti replicati al fine di giungere a un risultato certamente affidabile e consolidato. Il prossimo 18 dicembre, in aula, a Pavia, su quelle tracce di DNA sarà certamente battaglia tra le parti. .























