Dopo l'apertura, giovedì scorso, di due sepolcri nel cimitero teutonico in Vaticano, che avrebbero dovuto contenere i resti di due principesse, che invece sono stati trovati completamente vuoti. La Santa sede ha avviato una serie di accertamenti di carattere documentale e logistico per capire cosa fosse accaduto. È emerso che tra gli anni '60' e '70 del secolo scorso erano stati effettuati i lavori di ampliamento dell'area cimiteriale e sotto la pavimentazione del Pontificio Collegio Teutonico, chiusi da una botola, sono stati individuati due ossari. Immediatamente sigillati per consentire l'esame e la repertazione delle ossa, ha fatto sapere il direttore della sala stampa vaticana Gisotti. L'apertura delle tombe in Vaticano era stata autorizzata su istanza della famiglia Orlandi, che aveva ricevuto una lettera anonima in cui si suggeriva di cercare proprio lì. Poi la sorpresa inaspettata: le tombe vuote. Ora un ulteriore approfondimento. Sabato prossimo alle 9 del mattino riprenderanno i lavori. Ci saranno anche il legale, il perito e i familiari di Emanuela Orlandi. "Per far tutto con grande trasparenza" fanno sapere fonti vaticane e per l'avvocato Laura Sgrò, che parla per la famiglia di Emanuela "è un segnale davvero importante per noi", dice, "che siamo pronti a collaborare". Si apre un nuovo capitolo, dunque, nella vicenda di Emanuela Orlandi. 36 anni fa, il 22 giugno del 1983, la scomparsa della quindicenne figlia di un commesso pontificio. Una storia che nel tempo ha visto coinvolta la banda della Magliana, i servizi segreti di diversi paesi, i lupi grigi di Ali Ağca, il Banco Ambrosiano. Una storia complessa e ancora oscura.