La bufera scoppiata nel CSM dopo l'inchiesta di Perugia sulle nomine nelle procure, che per i PM sarebbero state pilotate dall'ex consigliere Luca Palamara, in combutta con altri magistrati e anche con pezzi della politica, non accenna a placarsi, ma si alimenta di nuovi subbugli. I contrasti sono adesso in seno all'ANM, il sindacato dei magistrati, che con le sue correnti, anima da sempre il dibattito interno alla Magistratura. Mercoled� il direttivo dell'associazione aveva votato un documento in cui chiedeva le dimissioni dal CSM dii altri tre Consiglieri toccati dal caso nomine: Cartoni, Lepre e Criscuoli. I tre il giorno prima, in occasione del plenum straordinario del Consiglio, si erano autosospesi dal ruolo, dopo che il loro nome era emerso nell'inchiesta perugina per aver incontrato i deputati PD Cosimo Ferri, anche lui magistrato e Luca Lotti, sottosegretario e ministro renziano indagato a Roma nel caso Consip, e aver discusso delle nomine alla procura romana, in compagnia di Palamara e di Spina. anche lui consigliere indagato e gi� dimessosi. L'ANM aveva quindi parlato di gravissime violazioni di natura etica e deontologiche, di inammissibile interferenza nel corretto funzionamento del CSM, invitando i 3 a lasciare l'incarico con un atto unanime, quindi sottoscritto anche da Magistratura indipendente, la loro corrente di appartenenza. Ebbene, adesso, dopo soli tre giorni da quell'atto, la stessa M I ribalta la propria posizione, con una risoluzione in cui si auspica invece che i tre togati riprendano le loro funzioni a Palazzo dei Marescialli, esprimendo loro dunque piena fiducia. E cos� ora � l'ANM a entrare in crisi con le correnti pi� che mai divise e una giunta guidata da un esponente proprio di Magistratura indipendente, ormai traballante.