Caso Palamara, presidente Anm invita chi è coinvolto a dimettersi

05 giu 2019
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Incontri segreti in hotel e cene, sempre coperti dal buio della notte, per giorni. Discorsi su correnti, affidabilità politica, convenienza. È in questo clima che, secondo l'informativa della Finanza, si andavano decidendo le successioni alla Procura di Roma, Perugia e Brescia. In quei summit con al centro il PM Luca Palamara, ex Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati ed ex Consigliere del CSM, oggi indagato per corruzione. Secondo l'accusa avrebbe ricevuto viaggi, anelli e migliaia di euro per pilotare le nomine. Incontri cui partecipano, sempre secondo l'accusa, anche membri togati del Consiglio Superiore della Magistratura: Luigi Spina, Corrado Cartoni, Antonio Lepre, Gianluigi Morini e Paolo Criscuoli, i parlamentari del Pd Cosimo Ferri e Luca lotti e anche il presidente della Lazio Claudio Lotito. Ed è nelle cinque sedi rimaste vuote ieri, nel corso del Plenum, che sta tutto il senso di una crisi istituzionale senza precedenti per il CSM, travolto dalle conseguenze dell’inchieste di Perugia, che oltre a Palamara, vede indagati per favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio, il PM Stefano Rocco Fava e Luigi Spina che si è dimesso dal Consiglio. Autosospesi Lepre e Cartoni, e ieri è toccato a Morlini e Criscuoli fare un passo indietro. 5 togati su 16 mancano ora all'appello e il Plenum dell'organo di autogoverno dei magistrati resta in equilibrio precario, ma tenta di scuotersi. Per gli altri Consiglieri, quelli rimasti, è tempo di provare ad andare avanti, invita a farlo David Ermini, Vice Presidente dell'organismo quando dice “O sapremo riscattare con i fatti il discredito che si è abbattuto su di noi o saremmo perduti”. Nel suo discorso concordato punto per punto con il Presidente del CSM, ossia il Capo dello Stato Mattarella, parla di ferita profonda e dolorosa. Una presa di coscienza che spinge l’ex PM di Roma, ora togato, Giuseppe Cascini, a dire che il CSM sta vivendo il momento più drammatico della sua storia, come ai tempi della P2. Intanto l'inchiesta di Perugia prosegue anche se una delle figure chiave Luigi Spina, ha scelto di restare in silenzio davanti ai colleghi. Ha parlato a lungo, invece, Stefano Rocco Fava. A entrambi i magistrati di Perugia contestano di aver rivelato a Palamara notizie sulle indagini a suo carico.

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