A sette anni dalla sua scomparsa, era il 25 gennaio 2016, la comunità di Fiumicello si è riunita per chiedere ancora una volta verità e giustizia per Giulio Regeni. Il giovane ricercatore italiano assassinato al Cairo, in Egitto, il cui corpo senza vita fu trovato, con evidenti segni di tortura, abbandonato nei pressi di un'autostrada pochi giorni dopo la scomparsa. I suoi concittadini si sono ritrovati insieme ai genitori, Paola e Claudio, per una camminata simbolica lungo le vie del paese seguita da una fiaccolata silenziosa. Il caso Regeni, da anni, condiziona i rapporti tra Italia e Egitto. Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, auspicando una maggiore collaborazione da parte delle autorità egiziane ha ribadito che il dossier resta una priorità del Governo. Ma, ad oggi, la consegna dei quattro responsabili individuati dai magistrati italiani appare ancora lontana. "La questione Regeni non è una questione di destra, non è una questione di sinistra, ma è una questione di Stato perché lo Stato è stato colpito tramite Giulio Regeni e dobbiamo dare una risposta, per avere verità e giustizia che significa dignità a tutti noi.".