Dopo quasi dieci ore di camera di consiglio la Corte di Appello di Perugia ha assolto tutti gli imputati accusati di sequestro di persona nel processo sul rimpatrio in Kazakistan di Alma Shalabayeva, tra loro l'ex Capo della squadra mobile di Roma ed ex questore di Palermo Renato Cortese e l'allora capo dell'ufficio immigrazione della Questura di Roma Maurizio Improta e ancora, quattro poliziotti e un giudice di pace. La corte ha ribaltato la sentenza di primo grado e stabilito che il fatto non sussiste, non si trattò dunque di un rapimento di Stato come l'aveva definito il Tribunale di Perugia che aveva inflitto pene tra i 5 e i 3 anni a poliziotti e dirigenti della Questura e due anni e mezzo alla giudice Stefania Lavore. Alma Shalabayeva, nel maggio 2013, venne prelevata dalla Polizia in una abitazione di Casal Palocco a Roma, le Forze dell'ordine cercavano il marito, il dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, a lei venne contestato il possesso di un passaporto falso e due giorni dopo venne espulsa a bordo di un volo privato messo a disposizione dalle autorità kazake, insieme con la figlia 6 anni, entrambe riuscirono poi a lasciare il Kazakistan e a tornare in Italia dove venne loro riconosciuto l'asilo politico.