Il Grande Fratello, inserito in sette smartphone da caso di spionaggio, diventa terreno di scontro politico. Le vittime del software prodotto dalla israeliana Paragon che viene consegnato ai governi con la società che ha già fatto sapere di aver rescisso il contratto con il nostro esecutivo per aver violato le norme etiche, sono attivisti di ONG che salvano i migranti in mare, tra cui Luca Casarini, fondatore di Mediterranea, e giornalisti come il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. La vicenda dei telefonini infettati dal software israeliano innesca un nuovo braccio di ferro. Il vicepremier Salvini a caldo aveva dichiarato sembra in corso un regolamento di conti all'interno dei servizi che svolgono un ruolo fondamentale per la stabilità, la sicurezza e la democrazia del Paese, va fatta chiarezza. Sortita poi smussata da una precisazione della Lega, quando parliamo di regolamenti di conti all'interno dei servizi di intelligence, ci si riferisce a ciò che leggiamo da giorni sui giornali. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si affida a Mantovano: ho grande fiducia nel sottosegretario Mantovano, sarà lui che verificherà il regolare svolgimento delle attività e ho fiducia nella nostra intelligence. Il PD chiede a Salvini di venire a riferire in Parlamento. Una simile affermazione che lascia intendere scenari di scontri interni tra apparati dello Stato e che mette in cattiva luce i nostri apparati di intelligence, è di una gravità estrema. Per il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, c'è chi deve trarre le conseguenze da questo caso. Se qualcuno ha messo un Troian rafforzato dentro il telefonino di un giornalista si deve dimettere. Se il governo sta spiando i giornalisti o comunque il governo consente di spiare i giornalisti, siamo oltre il livello di democrazia immaginabile. Spy story su cui il Copasir, organo parlamentare che vigila sull'intelligence, vuole fare chiarezza. Martedì il direttore dell'Aise Giovanni Caravelli sarà ascoltato e con ogni probabilità gli sarà chiesto di chiarire il ruolo del governo. Presto la stessa commissione potrebbe chiamare a riferire anche Alfredo Mantovano, l'autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. .