"Nei primissimi giorni, circa tre giorni dopo gli omicidi, gli uomini della questura di Cagliari che stavano indagando sugli omicidi, per cui poi sarà condannato Beniamino, scrissero a chiare lettere che la pista preferita era quella di un collegamento con quel sequestro di persona. Ma incredibilmente il dirigente della Criminalpol dell'epoca non trasmise mai quel documento al pubblico ministero. Beniamino Zuncheddu è stato condannato, l'abbiamo scoperto in questo processo di revisione con certezza, perché un informatore ha detto a un poliziotto "l'assassino è lui" e il poliziotto gli ha creduto. Oggi però noi sappiamo che in quella rete di informatori c'erano delle persone implicate nel sequestro e quindi pensare a un depistaggio voluto, volontario è plausibile, non è accertato ma è un'ipotesi che non si può scartare". "Lei ritiene che le istituzioni, io penso al Ministero della Giustizia, dovrebbero chiedere scusa?" "Se io rappresentassi un'istituzione di quel genere mi sentirei di dover chiedere scusa. Non per, ovviamente, una responsabilità personale ma per l'istituzione che rappresento. E dirò di più, non mi limiterei a chiedere scusa, vorrei andare un attimo a fondo per capire come è stata gestita quella vicenda".