La Cassazione ha messo la parola fine alle speranze degli avvocati di Massimo Bossetti di poter esaminare i reperti del indagine sull'omicidio di Yara Gambirasio. La conferma della decisione della quinta sezione della Cassazione arrivata poche ore fa dopo l'udienza in cui la Procura Generale si era espressa per l'inammissibilità del ricorso. Ora bisognerà aspettare le motivazioni dei giudici per capire le ragioni di questa decisione. Si trattava di un ricorso in Cassazione contro una decisione della Cassazione stessa, per un errore materiale contestato dagli avvocati. Delusi i legali di Bossetti. Secondo Claudio Salvagni "la prima impressione", dice l'avvocato, "è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre", dice. I difensori dunque potranno solo prendere visione delle provette del DNA e degli altri reperti dell'indagine, compresi gli indumenti della ragazzina, come era già stato programmato, ma non potranno effettuare ulteriori analisi. Il processo per l'omicidio di Yara Gambirasio si è chiuso il 12 ottobre del 2018 con la condanna definitiva di Bossetti, arrestato il 16 giugno del 2014. "Se su Massimo Bossetti possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti, magari al 50 e 50", continua l'avvocato Salvagni, "al cento per cento si può affermare che in quei reperti c'è qualcosa che noi non possiamo accertare, c'è la risposta che Massimo è innocente", dice l'avvocato. La presidente del tribunale di Bergamo con il suo primo No alle richieste degli avvocati, parlò di questioni già affrontate e risolte. Per riaprire un processo chiedendo la revisione serve che ci sia una novità o che le tecniche scientifiche abbiano compiuto dei grandi passi in avanti rispetto al periodo delle indagini.