Li hanno cercati tra la Sicilia e la Calabria, in 26 sono finiti in manette su decisione della DDA di Catania, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, ricettazione, riciclaggio, porto illegale d'armi, con l'aggravante del metodo mafioso. Sono tutti appartenenti al clan dei Nicotra, attivo tra i comuni di Misterbianco e Motta Sant'Anastasia, alle pendici dell'Etna. Con loro è stato arrestato un carabiniere, sospettato di aver passato ai boss, in cambio di denaro, informazioni riservate sulle indagini a loro carico, notizie sull'identità dei confidenti e suggerimenti per sfuggire ai controlli. Le indagini avviate grazie alla collaborazione del pentito Luciano Cavallaro e portate avanti con una serie di pedinamenti e intercettazioni, hanno permesso anche di risolvere il giallo dell'omicidio dell'esponente della DC catanese Paolo Arena, ucciso nel 1991 nell'ambito della guerra di mafia scatenata tra clan rivali per il controllo del territorio e di arrestarne 28 anni dopo i mandanti. Come ha spiegato il Procuratore di Catania, in casa del boss Gaetano Nicotra fu ritrovato un pizzino con una lista di nomi, tra cui quello di Arena, accompagnata dalla scritta traditori. “Arena - ha detto Carmelo Zuccaro - collaborava con esponenti del clan Nicotra, che decisero poi di eliminarlo, quando scopriranno che aveva allacciato rapporti d'affari con la cosca rivale dei Pulvirenti”. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati conti correnti, beni immobili, attività commerciali, per un valore che supera il milione e mezzo di euro.