Cesare Battisti dal carcere in sciopero della fame

08 set 2020
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Avendo esaurito ogni altro mezzo per far valere i miei diritti, mi trovo costretto a ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia. Inizia così la missiva inviata dall'ex terrorista dei proletari armati per il comunismo Cesare Battisti al suo legale, un elenco delle presunte forme di sopruso che avverrebbero quotidianamente nei suoi confronti nel carcere di Oristano. Una contesa continua ed estenuante scrive, che coinvolge gli atti più ordinari, l'ora d'aria, l'isolamento forzato ingiustificato, insufficiente attendimento medico, la ritensione arbitraria di testi letterari e ancora strumenti di lavoro negati anche se previsti dall'ordinamento penitenziario. A Cesare Battisti, scrive ancora lo stesso Battisti, non è nemmeno consentito sorprendersi se nel suo caso, alcune leggi sono sospese. Da qui l'annuncio dello sciopero della fame e del rifiuto delle terapie affinché, chiede Battisti, sia disposto il trasferimento e rivista la mia classificazione nel regime di alta sicurezza per terroristi. Lo conosciamo ormai, fa queste mosse solo per impietosire e molto spesso ci riesce, replica Maurizio Campagne, il fratello di Andrea, l'agente ucciso da Battisti il 19 aprile del 79, se qualche politico si farà ingannare, aggiunge, farò io lo sciopero della fame. Battisti ci ha preso in giro fin troppo, non va preso sul serio, se viene tenuto in isolamento, conclude, un buon motivo ci sarà.

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