"Hanno lavorato fino alle 2, sabato, arrivo a casa e ti mandano un coso che l'azienda chiude lo stabilimento, definitivamente." Un telegramma di poche righe, inviato al delegato sindacale, poi l'annuncio sul portale dell'azienda: lo stabilimento Gianetti chiude con effetto immediato. Tutto il personale sarà in ferie o in permesso retribuito sino ad esaurimento. Nessuna motivazione per i 152 dipendenti della Brianza, operai specializzati che costruiscono ruote di acciaio per grandi marchi tra cui Volvo e Harley-Davidson. "Gli operai sono in assemblea permanente, presidiano l'azienda giorno e notte, ad oltranza, e sono organizzati secondo i normali turni di lavoro, mentre l'amministratore delegato si trova all'interno, non riceve nessuno e non vuole rilasciare alcuna dichiarazione." Non è possibile neppure recuperare gli effetti personali. Sul luogo i sindacati che chiedono una trattativa ed il Sindaco di Ceriano Laghetto a cui l'Ad ha negato il colloquio. "Ci sono delle procedure sindacali da attivare, che vengano attivate ma queste sono soprattutto persone." "La motivazione in se per se nessuno la sa, perché ad oggi di ufficiale non c'è niente." "Noi pensiamo che con gli ammortizzatori sociali, riprendendo l'attività qui e con l'aiuto del Ministero, magari riusciamo a trovare un compratore che rilevi l'attività e dia continuità al lavoro, a queste persone che sono cadute completamente nello sconcerto." A gestire l'azienda centenaria, da 3 anni, un fondo tedesco Quantum Capital Partners, gli operai raccontano che da quel momento gli investimenti sono calati insieme al personale, le condizioni peggiorate. Poi sono arrivate pandemia, crisi ed infine lo sblocco dei licenziamenti. A fare ombra sulla Gianetti tre condanne per condotta antisindacale. Già fissato l'incontro col Prefetto, al tavolo è attesa anche l'azienda. "Le persone sono tutte affrante perché nessuno si aspettava una situazione del genere.".