Accanto al celebre ritratto dell'attivista sullo striscione che apre il corteo ci sono i colori della Palestina. Peppino e Gaza vivono nelle nostre lotte, hanno voluto scrivere gli amici del giornalista ucciso 47 anni fa, perché aveva osato criticare e sbeffeggiare la mafia. "Gaza e la Palestina sono, secondo noi il principale momento di tragedia. Peppino, se fosse ancora con noi sarebbe assieme a noi". Il corteo è come sempre eterogeneo, come i messaggi contro la mafia, per la legalità, per la pace, la verità e la giustizia. Vincenzo Agostino non c'è più, ma il nipote ha voluto idealmente portarlo con sé. "Sì nonno sarebbe qui come ogni 09 maggio, che non mancava mai". Da Radio Out a Terasini, fino a casa Memoria, a Cinisi, sfilano familiari di vittime di mafia e studenti arrivati da ogni parte d'Italia. "Veniamo da Vicenza liceo Lioi. È la prima volta che siamo qua ed è un viaggio della legalità". Ci sono associazioni e sindacati. "Il messaggio di Peppino Impastato è ancora attuale, la libertà di di espressione, libertà dalla oppressione, libertà dal ricatto e purtroppo oggi c'è una mancanza di libertà". E tra le centinaia di cittadini anche alcuni rappresentanti delle istituzioni regionali. "Ricordare Peppino è non soltanto un ricordo vago, ma un ricordo concreto rispetto a una figura che certamente la politica dovrebbe prendere ad esempio, ma spesso non lo fa". Tra le migliaia di partecipanti l'ex sindaco pacifista di Messina che dal corteo, lancia la sua nuova idea. "C'è il Ministero della Difesa no, vogliamo il Ministero della Pace. La Costituzione è nata dopo la seconda guerra mondiale, per dire mai più la guerra e l'articolo 11 della Costituzione è chiaro che dice che ripudia la guerra l'Italia".