Catania potrebbe essere diventato il nuovo hub della cocaina, la porta d'ingresso della merce del cartello di Sinaloa per l'Europa. Il ritrovamento di due tonnellate di polvere bianca purissima in mare al largo del capoluogo etneo, per gli inquirenti ne è la conferma. La prova i militari della Guardia di Finanza l'avevano già da mesi fa, quando due emissari colombiani del cartello, guidato da Jose Angel Rivera Zazueta, detto "El Flaco", sono volati a Catania e dalla camera di un hotel di lusso attendevano istruzioni per far arrivare, via aereo stavolta, fiumi di coca in Sicilia. Non sapevano di essere intercettati e filmati dagli investigatori e parlavano al telefono con il Sudamerica, con "El Flaco", dicendo di attendere alcuni emissari siciliani per sistemare le cose e far entrare la droga, 386 kg, attraverso l'aeroporto di Fontanarossa. Poi partirono per Verona dove sono stati arrestati. Adesso la coca è in mare, 400 kg di polvere purissima, tagliata. Avrebbe inondato il mercato non solo siciliano ed avrebbe prodotto guadagni stratosferici. Gli inquirenti e gli investigatori adesso lavorano per scoprire i destinatari. Dietro potrebbe esserci Cosa Nostra, che così tornerebbe all'antico, al traffico di stupefacenti. Come negli anni '80, quelli di Pizza Connection, per riempire di nuovo le casse di una mafia che non è più quella di una volta. Ma con l'altra parte dell'America stavolta.