Sempre più corsia privilegiata per gestire gli allarmi nella violenza alle donne. Con il via libera definitivo della Camera alla proposta di legge per l'avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica e di genere, si arricchisce il cosiddetto codice rosso col pacchetto di norme a tutela delle donne che già prevede reati specifici e pene particolarmente severe. Il procuratore generale presso la Corte d'Appello potrà avocare a se le indagini preliminari nei casi di violenza domestica o di genere, quando il PM non senta la persona offesa entro 3 giorni dall'iscrizione della notizia di reato. Si completa così il pacchetto di norme, che già prevede tutele specifiche per le donne, con reati e pene particolarmente severe: il reato di deformazione dell'aspetto con lesioni permanenti, lo sfregio, per intenderci; e la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, il revenge porn; e poi, ancora, il delitto di costrizione o induzione al matrimonio; la violazione dell'ordine di allontanamento dalla casa familiare; infine, il reato di maltrattamenti, che non significa solo percosse ma ogni forma di violenza che calpesti la dignità, sia essa fisica, sessuale, verbale, morale o economica.