In 10 anni in Italia, è scomparso un campo di grano su cinque, con una perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati. Un effetto dirompente sull'economia, sull'occupazione e sull'ambiente. A denunciarlo è la Coldiretti, in occasione della giornata nazionale del grano italiano, con la prima storica trebbiatura realizzata nel centro della capitale finanziaria d'Italia, al villaggio contadino della Coldiretti a Milano al Castello Sforzesco, in occasione della fine delle operazioni di raccolta lungo tutta la penisola, ma anche il grano lavorato riserva sorprese. Dal grano al pane, infatti, il prezzo aumenta di 15 volte, per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall'estero, con pagnotte, panini spacciati come italiani, all'insaputa dei consumatori. Tante aziende di trasformazione utilizzano grano non italiano, con invece gli agricoltori che sono disponibili a produrlo e produrre quel grano che serve per produrre la pasta. Abbiamo deciso di farli ragionare e farli lavorare insieme e far sì che sempre più pasta venga prodotta con grano italiano, anziché di grano che arriva da altri parti del mondo. Il grano è solo la punta dell'iceberg delle difficoltà che deve affrontare un agricoltore. Per ogni euro di spese in prodotti agro alimentari freschi, come frutta e verdura, solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo. Il valore scende addirittura a due centesimi nel caso di quelli trasformati dai salumi fino ai formaggi, mentre il resto viene diviso tra l'industria di trasformazione e la distribuzione commerciale, che assorbe la parte preponderante del valore, secondo Ismea.