L'ipotesi dei magistrati, a vario titolo, è che abbiano fatto da tramite informale con le autorità colombiane affinché, dietro promessa di illecito pagamento, concludessero l'acquisto concordato di navi, sommergibili e aerei militari prodotti da Fincantieri e Leonardo. Con l'accusa di corruzione internazionale aggravata sono stati indagati dalla Procura di Napoli, l'ex Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, l'ex amministratore delegato di Leonardo Alessandro Profumo, l'ex responsabile della divisione navi militari di Fincantieri Giuseppe Giordo e altre 5 persone tra cui 2 broker pugliesi. Gli uomini della Digos partenopea hanno perquisito le abitazioni e gli uffici romani, tra gli altri, di Profumo e D'Alema. Al centro dell'inchiesta l'operazione mai conclusa che prevedeva in particolare l'acquisto da parte del governo della Colombia di aerei M-346, piccole navi militari e sommergibili per un valore economico stimato in 4 miliardi di euro. Per concludere l'affare, secondo l'accusa, gli indagati avrebbero offerto, o comunque promesso, a pubblici ufficiali colombiani, tra cui anche la Ministra degli Esteri e vice Presidente della Colombia, 40 milioni di euro, corrispondenti alla metà di quegli 80 milioni previsti come provvigione che, stando a quanto si legge nel decreto di perquisizione, sarebbero appunto dovuti essere spartiti tra la parte italiana e quella colombiana tramite il ricorso allo studio legale associato americano Robert Allen Law, con sede a Miami, secondo gli inquirenti introdotto da D'Alema e rappresentato in Italia da Bonavita e Gardo, entrambi indagati. L'affare non fu mai concluso però a causa di presunti dissidi legati alla suddivisione del danaro. Circa un anno fa, interpellato da Repubblica sui primi rumors legati all'inchiesta, D'Alema aveva definito le indiscrezioni, tutte fandonie. Alessandro Profumo invece, convocato nell'aprile 2022 dalla Commissione Difesa del Senato in merito alle presunte trattative con la Colombia ora al centro dell'inchiesta, aveva detto che l'ex premier non aveva alcun mandato, né formale né informale, a trattare per conto di Leonardo.