Dal Friuli fino alla Sicilia, dalla manutenzione di gallerie ai lavori ai guard rail delle autostrade di tutta Italia: sotto la lente di ingrandimento dei magistrati romani che indagano per corruzione e turbativa d'asta ci sarebbero appalti per milioni di euro che i clienti della Inver, la società di lobbying di Tommaso Verdini e di Fabio Pileri, sospettano i PM, erano riusciti o puntavano ad aggiudicarsi anche grazie alla collaborazione di due dirigenti di Anas. Anche loro sono finiti nell'inchiesta che giovedì scorso ha portato agli arresti domiciliari il figlio 32enne di Denis Verdini, anche lui indagato, il suo socio Pileri e tre imprenditori. Nel mirino degli investigatori in particolare ci sarebbe un appalto da €180 milioni per la realizzazione e il risanamento strutturale e impiantistico di gallerie. Il modus operandi, messo a fuoco dai magistrati, era sempre lo stesso e prevedeva una sorta di triangolazione consulenti-imprenditori-appaltatrice. Secondo l'accusa i pubblici ufficiali coinvolti avrebbero fornito alla cricca informazioni riservate sull'andamento dei bandi di gara delle società del gruppo FS italiane che si occupa di infrastrutture stradali. In cambio avrebbero ricevuto dal sistema Verdini avanzamenti di carriera e conferme in posizioni apicali di Anas. La copertura sulla presunta attività illecita ipotizzata dai PM arrivava da Denis Verdini, socio di fatto della Inver, forte del suo peso politico. Nel fascicolo ci sarebbero numerose intercettazioni da cui emergerebbero incontri in ambiti non istituzionali dei due funzionari Anas con Pileri e Verdini Junior e con imprenditori per parlare di gare d'appalto in periodi che hanno preceduto e seguito la pubblicazione dei bandi e durante l'aggiudicazione delle gare. I fatti contestati risalgono al 2022 ai tempi del governo Draghi.