La famiglia di Vincenzo Rinaldi, possiede questo ristorante nel centro storico di Roma, da 21 anni. In questo locale, i camerieri devono avere un profilo piuttosto alto, conoscere ad esempio almeno due lingue. Con la pandemia, il 20% del personale di questo ristorante, è andato via. Si tratta di un cameriere che è andato a lavorare in Svezia e alcuni aiuti, qui in cucina, che hanno preferito fare altro, come ad esempio le consegne a domicilio. In Italia, nel settore della ristorazione mancano all'appello 120 mila di questi lavoratori a tempo indeterminato, su 243 mila. Praticamente uno su due. Con le misure di allentamento, in vista di prossime riaperture, la difficoltà di Vincenzo, come di altri ristoratori, è trovare questi lavoratori che sono considerati, in cucina e nella sala, gli indispensabili. "Il problema secondo me, dipende anche dal personale che preferisce stare a casa, con la Cassa Integrazione o la disoccupazione, in quanto, andando a fare qualche lavoretto in nero, nell'attesa che comunque, ci sia una piena ripartenza". Cuoco e pizzaiolo, mancano anche nella cucina di Elisabetta Guaglianone, che ora si deve dividere tra sala e cucina e prepara lei stessa i piatti, da servire ai clienti. "Non si trova un cuoco, perché intanto il mondo del Food, purtroppo ha, a volte, delle improvvisazioni incredibili, sotto questo punto di vista, non professionali e quindi è molto complicato, trovare una figura professionale".