È l'usura, il fenomeno che minaccia di più gli imprenditori del Commercio, della Ristorazione e dell'Alloggio, piegati da oltre un anno, di misure restrittive. "Dal 2019 ad oggi, la quota degli imprenditori, che ritiene aggravato il fenomeno, è aumentata di 14 punti percentuali e sono, ad immediato e grave rischio di usura, circa, variamo, circa 40 mila imprese del Commercio, della Ristorazione e dell'Alloggio". Un rischio usura che, secondo la Confcommercio, è direttamente collegato alla crisi di liquidità. Sono infatti quasi 300 mila le imprese del settore, che pur avendo richiesto un prestito, non l'hanno ottenuto o l'hanno ottenuto in forma ridotta. Ed è il Sud Italia che vede le proprie imprese a maggior rischio: Napoli, Bari e Palermo, le città più esposte. Ma non solo, se si registra infatti, un calo del 20% nei reati comuni, come furti e rapine a seguito del lockdown, il timore di infiltrazioni mafiose, nei fondi per sostegno e ripresa, è sempre più significativo. "È indubbio, che lo scenario in atto, si è di estremo interesse, per le mafie, incapace di adattarsi ai cambiamenti, ai mutamenti socio-economici e cogliere nuove opportunità di investimento".