Le partite di orologi, anche 350 pezzi alla volta, venivano introdotte nei bagagli a mano o in scatole contraffatte. Atterrato a Venezia, il gruppo si divideva. Un soggetto si recava la dogana per dichiarare l'importazione di pochi orologi, gli altri lasciavano l'aeroporto indisturbati con la merce nascosta. Anche grazie alla complicità di un militare della Guardia di Finanza. Un traffico di orologi di lusso, soprattutto del noto marchio Rolex, acquistati ad Hong Kong, fatti arrivare in Italia di contrabbando e rivenduti poi a prezzi convenienti ad una cinquantina di gioiellerie. Un giro scoperto dalla Guardia di Finanza dell'aeroporto Marco Polo di Venezia. Quattro le persone arrestate, tra le quali anche i finanzieri in servizio allo scalo di Tessera. Sequestrati conti correnti per 2.400.000 ero, l'ammontare dell'IVA evasa. 500 orologi in diverse gioiellerie, 500.000 euro in contanti e un lingotto d'oro del peso di un kilogrammo. Parliamo di una frode molto importante perché questi sono soldi che lo Stato non incassa. Dovrebbero essere versati alla dogana all'atto della del passaggio della linea doganale. In realtà attraverso il meccanismo fraudolento che abbiamo individuato lo Strato perdeva completamente questi soldi. L'indagine è scattata poco meno di un anno fa, si era concentrata sui frequenti viaggi da e per Hong Kong da parte degli indagati, titolari di aziende di commercio di orologi di lusso di Treviso, Vicenza e Napoli. Il valore dei pezzi acquistati ad Hong Kong e rivenduti in Italia è stato stimato in 11 milioni di euro.